IL FUTURO DEL MOTOCROSS ITALIANO HA UN NOME E UN COGNOME: ANDREA UCCELLINI

Articolo di Samuele Sansonetti

Andrea Uccellini

SANSEPOLCRO (AR) – Undici anni e un futuro radioso ancora tutto da scrivere.

Nonostante la giovane età il talento di Andrea Uccellini, nel mondo del motocross, è già una certezza.

La storia del giovane pilota originario si Sansepolcro inizia all’età di tre anni, quando per la prima volta sale su una moto per una gara.

A otto anni, fresco di prima licenza Fmi, nel 2018, partecipa all’ultima gara del campionato Italiano dove stravince. Da lì in poi, una serie di successi a ripetizione tra campionato Regionale di Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, campionato Italiano e la partecipazione al campionato Europeo (dove spesso riesce a entrare tra i primi dieci).

Passato a Cadetto nel 2020, ha trascorso un mese in America in cui ha vinto 11 manche su 12 di campionato, prima del ritorno in Italia a cui ha fatto seguito secondo posto al campionato Italiano.

Nella stagione in corso, il pilota è atteso dal campionato Europeo con la prima tappa in programma a fine mese in Portogallo.

Hai iniziato a correre molto presto. Com’è nata la passione per il motocross?
“E’ nata grazie a mio padre che l’ha trasmessa a mio fratello. Lui, poi, l’ha trasmessa a me”.

E’ difficile far conciliare lo studio con il motocross?

“Si, perché sono un po’ più bravo in moto che a scuola”.

Quanto tempo dedichi agli allenamenti?
“Oltre alle gare del weekend, vado in moto due o tre volte in mezzo alla settimana”.

Segui il motocross dei grandi?
“Sì”.

C’è un pilota che ti piace particolarmente?
“Ce ne sono due: Tim Gajser e Ken Roczen”.

Perché?
“Hanno tutti e due un stile ben definito. In più hanno il mio stesso abbigliamento”.

Preferiresti correre nel Supercross o nel mondiale MXGP?
“Nel mondiale, perché nel Supercross è più pericoloso”.

Com’è stata l’esperienza in America?

“Bella, soprattutto perché ho visto il Supercross e tanti piloti americani. Le piste mi sono piaciute: sono veloci e con poche buche”.

Sono meglio le piste americane o quelle europee?
“Quelle americane sono più belle”.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
“Divertirmi, partecipare al mondiale e magari arrivare tra i primi dieci. Poi andare al National in America e arrivare tra i primi cinque”.

Tuo padre ti segue ovunque. Quanto è importante il vostro rapporto per te?
“Tanto. Se smettesse di seguirmi non saprei più cosa fare”.